A proposito di Serenin...
«Questo disco racconta una storia (fatta di una costellazione di tante piccole storie, undici piccoli sogni inventati da persone nate su sponde diverse per raccontarsi e danzare) che sembra quasi un'epitome sonante e vibratile del gioco di sponde, di invenzioni, di scambi che ha conosciuto il Mediterraneo. Mette a confronto, con un atto di scelta e di volontà, due ceppi culturali e musicali cresciuti guardando il mare davanti e sapendo come affrontarlo, e sapendo di avere alle spalle il riparo e l'occlusione al contempo dei monti. L'uno i turchi lo chiamavano Kara Deniz, il Mar Nero, l'altro, la nostra porzione, Ak Deniz, il Mare Bianco. Racconta la storia di musicisti liguri che hanno il salmastro nelle mani, e il profumo delle erbe selvatiche delle valli interne che portavano verso il grande Nord. Che ebbero perantenati mercanti sfrontati e coraggiosi che sulle coste turche ci andarono per davvero a vivere, a cercare una cerniera di scambi possibile con l'Oriente, e lì, ove poterono, come dice un proverbio, “fecero un'altra Genova”».
Guido Festinese
a cura di Edmondo Romano
con: Cabit
che per l'occasione riunisce
in porto a Genova: Davide Baglietto cornamuse, low whistle; Matteo Dorigo ghironda; Simona Fasano voce; Matteo Merli voce; Edmondo Romano sax, clarinetto, ocarine, flauti, cornamuse; Daniele Scurati fisarmonica;
in streaming da Istanbul: Fahri Celebi darabouka, dholla; Kenan Damar chitarra; Alparlsan Kurtoglu kemenche, voce; Filiz Ilkay tulum, voce; Onur Ural zurn, duduk; Erhan Zaza davul.
conduce: Guido Festinese
traduce: Atika Yeginoglu
ATTENZIONE / Misure per il contenimento della diffusine del Covid-19
Grazie per la collaborazione!
Lo Staff Zones Portuaires / Genova
Nato a Marsiglia nel 2008, dal 2015 Zones Portuaires si tiene come Festival anche a Saint-Nazaire, sull’Atlantico, ed è approdato a Genova con l’obiettivo di contribuire al confronto interdisciplinare tra Porto e Città, al fine di rafforzare la reciproca conoscenza, attraverso l’apertura straordinaria al pubblico di luoghi normalmente inaccessibili.
Negli anni il Festival si è evoluto in un progetto ampio e costante, configurandosi come un dispositivo che attiva percorsi di ricerca e azione culturale, attraverso un approccio che include la partecipazione attiva delle comunità portuali in tutte le sue fasi.
La contaminazione tra diversi linguaggi artistici e multidisciplinari stimola l’interesse di un vasto pubblico, che include cittadini e visitatori di ogni età e provenienza, e innesca nuove dinamiche di interazione tra enti pubblici e privati.
L’identità portuale è svelata e valorizzata attraverso esplorazioni, navigazioni, azioni artistiche ‘site-specific’, incontri, esposizioni, performance, negli spazi pubblici e interstiziali tra città e porto.
A Genova il progetto è curato dall’Associazione U-BOOT Lab e promosso da Incontri in Città (DAFiSt – UniGE).
Isola delle Chiatte / Porto Antico Isola delle Chiatte / Porto Antico, Via al Mare Fabrizio de André, 16128 Genova
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